giovedì 28 marzo 2013

BASKET C2 - Da denuncianti a denunciati, la strana storia della Nuova Pallacanestro Nardò

di Lorenzo Falangone (Salento Sport)

Da sempre esempio di lealtà e professionalità, eppure, strano caso del destino, coinvolta in pericolosi incroci con cui nulla ha a che fare. E' la paradossale situazione che vive la Nuova Pallacanestro Nardò. Niente a che vedere però col campo, che la vede primeggiare in giro per la Puglia intera, regina incontrastata in C/2. La storia che la coinvolge riguarda carte, cavilli burocratici e "firme apocrife".

La vicenda appare intricata ma è chiara nella sua sostanza. E' notizia fresca quella del deferimento, con accusa di frode sportiva, a carico di Carlo Durante e Valentino Mandolfo (rispettivamente presidente e dirigente della Nuova Pallacanestro Nardò), e Alessandra Romano (presidente della Luxor Basket Nardò). Il tutto a causa di firme apocrife, nel procedimento circa il tesseramento del giovane atleta Alberto Zacà, "conteso" dai due club.

Il Procuratore Federale parla di "violazione degli artt. 43 e 44 del Regolamento di Giustizia". Frode sportiva, in altri termini. Il tutto potrebbe costare al presidente Durante e al dirigente Mandolfo l'inibizione nel ricoprire il proprio compito per un periodo che si aggirerebbe dai tre ai cinque anni, sempre che l'accusa dovesse trovare fondamento. Inoltre, soluzione questa dagli ancor più gravi risvolti, qualora venisse appurato un giovamento della Nuova Pallacanestro Nardò nel tesseramento del giovane Zacà, la stessa società andrebbe incontro a dei punti di penalizzazione. Ma questo appare, com'è logico, uno scenario di assai difficile attuazione, poiché in alcun modo la prima squadra ha tratto beneficio dal tesseramento in questione.

Va detto tuttavia, che gli stessi Durante e Mandolfo, in tempi non sospetti e ben prima che scattasse il deferimento, si erano preventivamente recati personalmente a Bari, presso la Federazione Italiana Pallacanestro, per esporre la loro versione riguardo il "giallo sulle firme" onde evitare, appunto, che il tutto potesse degenerare, e manifestare il proprio disappunto nei confronti di chi -a loro dire- in questa vicenda non ha seguito le corrette procedure di tesseramento. Ma questo a nulla è servito. Da denuncianti a denunciati dunque, eccolo lo strano paradosso in cui si ritrova invischiata la Nuova Pallacanestro Nardò. Porre chiarezza sulla delicata situazione è un dovere. Solo chi ha sbagliato ha l'obbligo di pagare.

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