di Lorenzo Falangone (Salento Sport)
Da sempre esempio di lealtà e
professionalità, eppure, strano caso del destino, coinvolta in
pericolosi incroci con cui nulla ha a che fare. E' la
paradossale situazione che vive la Nuova Pallacanestro Nardò.
Niente a che vedere però col campo, che la vede primeggiare in giro per la
Puglia intera, regina incontrastata in C/2. La storia che la coinvolge riguarda
carte, cavilli burocratici e "firme apocrife".
La vicenda appare intricata ma è chiara nella sua sostanza. E' notizia fresca
quella del deferimento, con accusa di frode sportiva, a carico
di Carlo Durante e Valentino Mandolfo
(rispettivamente presidente e dirigente della Nuova Pallacanestro Nardò), e
Alessandra Romano (presidente della Luxor Basket Nardò). Il
tutto a causa di firme apocrife, nel procedimento circa il
tesseramento del giovane atleta Alberto Zacà,
"conteso" dai due club.
Il Procuratore Federale parla di "violazione degli artt. 43 e 44 del
Regolamento di Giustizia". Frode sportiva, in altri termini. Il tutto
potrebbe costare al presidente Durante e al dirigente Mandolfo
l'inibizione nel ricoprire il proprio compito per un periodo
che si aggirerebbe dai tre ai cinque anni, sempre che l'accusa
dovesse trovare fondamento. Inoltre, soluzione questa dagli ancor più gravi
risvolti, qualora venisse appurato un giovamento della Nuova
Pallacanestro Nardò nel tesseramento del giovane Zacà, la stessa società
andrebbe incontro a dei punti di penalizzazione. Ma questo
appare, com'è logico, uno scenario di assai difficile attuazione, poiché in
alcun modo la prima squadra ha tratto beneficio dal tesseramento in
questione.
Va detto tuttavia, che gli stessi Durante e Mandolfo, in tempi non sospetti e
ben prima che scattasse il deferimento, si erano preventivamente recati
personalmente a Bari, presso la Federazione Italiana
Pallacanestro, per esporre la loro versione riguardo il "giallo sulle
firme" onde evitare, appunto, che il tutto potesse degenerare, e manifestare il
proprio disappunto nei confronti di chi -a loro dire- in questa vicenda non ha
seguito le corrette procedure di tesseramento. Ma questo a nulla è servito. Da
denuncianti a denunciati dunque, eccolo lo
strano paradosso in cui si ritrova invischiata la Nuova Pallacanestro Nardò.
Porre chiarezza sulla delicata situazione è un dovere. Solo chi
ha sbagliato ha l'obbligo di pagare.
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